venerdì 5 dicembre 2014

Pubblicato il 48mo Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese

Tante famiglie spaventate dalla povertà, "virus che può colpire chiunque". La percezione di vulnerabilità porta il 60% degli italiani a ritenere che a chiunque possa capitare di finire nell'indigenza. Dissipato un capitale umano di 15 milioni di persone. Immigrati sempre più vitali. Si ampliano le disuguaglianze.
Questo in sintesi quanto emerso dal 48mo Rapporto Censis che nel dettaglio passa in rassegna i grandi settori della vita italiana.
In particolare, l'istituto parla di "attendismo cinico delle famiglie liquide". Dopo la paura della crisi, spiega il Rapporto, "è un approccio attendista alla vita che si va imponendo tra gli italiani. Si fa strada la convinzione che il picco negativo della crisi sia alle spalle: lo pensa il 47% degli italiani, il 12% in più rispetto all'anno scorso. Ma ora è l'incertezza a prevalere. Di conseguenza, la gestione dei soldi da parte delle famiglie è fatta di breve e brevissimo periodo. Tra il 2007 e il 2013 tutte le voci delle attività finanziarie delle famiglie sono diminuite, tranne i contanti e i depositi bancari, aumentati in termini reali del 4,9%, arrivando a costituire il 30,9% del totale (erano il 27,3% nel 2007). A giugno 2014 questa massa finanziaria liquida è cresciuta ancora, fino a 1.219 miliardi di euro. Prevale un cash di tutela, con il 45% delle famiglie che destina il proprio risparmio alla copertura da possibili imprevisti, come la perdita del lavoro o la malattia, e il 36% che lo finalizza alla voglia di sentirsi con le spalle coperte".
Il capitale umano perduto. Secondo il Censis, in Italia c'è un capitale umano di 15 milioni di persone la cui energia e competenza è dissipata. Si tratta di quasi 8 milioni senza lavoro, tra disoccupati, inattivi e pronti a lavorare anche se non cercano un impiego. A questi si aggiungono altri 7,7 milioni di persone tra part-time, cassa integrati e di sottoinquadrati, che cioè svolgono un ruolo inferiore rispetto alle proprie competenze. "Agli oltre 3 milioni di disoccupati - spiega il Rapporto - si sommano quasi 1,8 milioni di inattivi perchè scoraggiati. E ci sono 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare".
Imprenditori immigrati sempre più vitali. Secondo il Censis, nei sette anni della crisi le imprese con titolare extracomunitario sono aumentate del 31,4%, mentre quelle gestite da italiani sono diminuite del 10%. Sono due i settori in cui gli stranieri stanno esercitando maggiormente la loro capacità di fare mixitè di prossimità tra la propria cultura e la nostra: il commercio e l'artigianato.
L'Italia delle diseguaglianze sociali. Negli anni della crisi le disuguaglianze sociali si sono ampliate, il ceto medio si è indebolito, le opportunità di integrazione sono diminuite. Spicca, tra le altre cose, "lo slittamento verso il basso delle grandi città del Sud. Il tasso di occupazione dei 25-34enni oscilla tra il 34,2% di Napoli e il 79,3% di Bologna, la quota di persone con titolo di studio universitario passa dall'11,1% di Catania al 20,9% di Milano. A Bari solo 2,8 bambini di 0-2 anni ogni 100 sono presi in carico dai servizi comunali per l'infanzia contro i 36,7 di Bologna. (fonte Redattore Sociale e Agenzia DIRE)

Lanciato il percorso per l’Autoconvocazione del Volontariato

In occasione della Giornata Internazionale del Volontariato viene lanciato un percorso che porterà nella prossima primavera all’Autoconvocazione del Volontariato italiano.
L’iniziativa è promossa dal Forum Nazionale del Terzo Settore, la Consulta del Volontariato presso il Forum, CSVnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato e ConVol - Conferenza Permanente delle Associazioni Federazioni e Reti di Volontariato ed intende coinvolgere, attraverso decine di migliaia di organizzazioni presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, i milioni di cittadini attivi che ogni giorno operano per il bene comune, attraverso il loro agire volontario, creando occasioni di partecipazione e promozione umana e sociale. Un impegno concreto che contribuisce a fornire risposte e tutela dei diritti delle persone più fragili anticipandone spesso i bisogni.
“Constatiamo - dichiara Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore – che nel DDL di riforma del Terzo Settore proprio il volontariato pare messo ai margini a vantaggio di altri strumenti che oggi paiono più attraenti.”
“Con tale iniziativa – aggiunge Enzo Costa, coordinatore della Consulta del Volontariato presso il Forum - desideriamo rimettere al centro dell’agenda politica la necessità di valorizzare tale patrimonio nazionale, creando condizioni che ne liberino ulteriormente le grandi energie.”
“È il momento di dare voce al volontariato italiano, coinvolgendo le sue numerose organizzazioni: le più grandi così come le più piccole” – commenta Stefano Tabò, presidente di CSVnet. “È loro dovere esprimersi per ciò che fanno quotidianamente e, prima ancora, per ciò che sono e, insieme, rappresentano per il nostro Paese”.
“Abbiamo sempre vissuto il 5 dicembre come una giornata di impegno anziché di celebrazione – dichiara Emma Cavallaro, Presidente di ConVol - ancor più quest’anno in cui vediamo i più deboli fatti oggetto di scandalose e intollerabili speculazioni. L’autoconvocazione del Volontariato italiano sarà occasione per rilanciarne i valori fondanti come la gratuità, il ruolo politico e quello di advocacy” (fonte ufficio stampa CSVnet).